E’ passato un anno. Un anno
esatto dall’ultimo mio scritto. Ed oggi come allora, protagonista dell’avventura
è l’allegra combriccola dell’ “Ophtalmologists Motorrad Team AlfaIntes”. Il mese
di Giugno è il mese nel quale una decina di intrepidi ed affermati Oculisti
lasciano camice, sale operatorie, corsie, studi, pazienti per indossare l’abbigliamento
in pelle o cordura, dare una spolverata a manubri e pistoni e partire per la
zingarata organizzata dalla AlfaIntes.
Mesi son trascorsi, ma ancora
nella mente è rimasto a tutti il favoloso weekend 2012 passato a scorrazzare tra
i tornanti delle Dolomiti. Weekend mitico, che ha di fatto sancito la nascita
del gruppo.
Non poche perplessità e paure,
man mano che la data di partenza si avvicinava, hanno pervaso, organizzatori e
partecipanti. Il pazzo clima di quest’anno rischiava di mandare a monte una
gran bella avventura. Estate, ma diciamocela tutta, Primavera che non ne aveva
proprio voglia di palesarsi, con nuvole, acqua e soprattutto ancora la neve a
quote molto basse a crearci non pochi grattacapi. Temporali e previsioni da
tregenda ad incombere ancora sulla partenza.
La scelta della location, già dai
saluti dolomitici, è caduta sullo sconfino in terra francese, verso le mitiche
Gole del Verdon meta e sogno della maggior parte dei motociclari da lunga
percorrenza. Strade e soprattutto paesaggi che chi c’è stato ricorda e racconta
con grande enfasi e soddisfazione. Perché quindi non prendere quella direzione?
Lo staff organizzativo (io ed il vulcanico Paolo) ci abbiamo lavorato per mesi,
recuperando informazioni da chi c’era già stato, verificando e scaricando
percorsi e racconti da internet e cercando di fissare alberghi e ristoranti per
ottimizzare al meglio i tempi passati ad appiattirci le natiche sulle nostre
belve ruggenti.
Tutto pronto
quindi, con il 31 di Maggio data per il più classico “Gentleman…. Start your
Engine”!!!!!!
Alcuni amici ci
hanno lasciato, altri si sono aggiunti e lo zoccolo duro sempre ben affiatato.
Ritrovo con Paolo, Sandro, Massimo è fissato al distributore Agip all’imbocco
del ponte sul Po a Cremona, con prima tappa a Tortona per riunirci al resto
della compagnia proveniente da Milano, Brescia, Crema, Lodi, Viadana, Parma. Ultima
occhiata alle Apps di previsioni del tempo, italiane e Francesi rapido saluto e
strette di mano e via a guidare il quartetto verso l’autostrada. Sulla destra
(zona milanese) e negli specchietti (zona mantovana) ci saluta un ampio fronte
temporalesco scuro ma dritto davanti a noi un ben augurante sole e cielo terso
ci attende.
L’emozione
sale, man mano che i km si snocciolano sotto le coperture nuove di pacca appena
montate ed è già ora di mettere la freccia per entrare nella stazione di
servizio tortonese dove la quasi totalità del resto del gruppo ci sta già
attendendo. Sono li, riconoscibilissimi, fasciati nei loro luccicanti completi
di pelle già pronti a sparare “pazzate” e con sorrisi a 7238 denti. Abbracci e
pacche sulle spalle per i vecchi compagni e presentazioni per i nuovi arrivati.
Un caffè al volo, un cambio veloce di acqua per il “merlo” :-)
ed è già ora di ritornare in sella. Un'altra tappa ci attende per completare il
gruppo, Genova, dove Oscar ed l’amico cardiologo hanno pernottato dopo essere
giunti direttamente da Catania ed Emanuele, provenienza Pavia completeranno la
formazione. Siamo in perfetta tabella di marcia, telefonata al Big Boss
AlfaIntes per fissare il rendez vous ad Arenzano e ci avviamo verso i nostri
cavalli d’acciaio.
Ta Ta Ta …
Taaaaaaaannnnnnn!!!!!!! (non so se si è capito, ma il regista occulto del
weekend ci ha voluto mettere mano ed ha ordinato al fonico l’ingresso della più
classica delle sigle di suspance….) Giuseppe dopo aver posizionato la sua ormai
mitica bandana, aver calzato il casco, alzato la cerniera del giacchetto ed infilato
i guanti scopre che la sua “bimba” non ne ha la minima voglia di mettersi in
moto. Panico e qualche bestemmia (mentale si capisce siamo degli ometti seri ed
educati in fin dei conti :-)
). Via i caschi e una Equipe Medica d’urgenza accorre al capezzale della
paziente. Cure intensive, utilizzo di “defibrillatore” (cavi appena acquistati
nell’area di servizio) prontamente collegato ad un Ducato da “Magut” bergamasco
ma nulla…. Solo un lieve cenno di ripresa, qualche scoppio un paio di sgasate
ma poi nulla… il cuore non risponde ai ripetuti tentativi di utilizzo del “defibrillatore”.
Telefonate alla clinica specializzata (Bmw) di Cremona per un consulto ma si
decide di chiamare il nosocomio più vicino (Alessandria) per un intervento sul
campo.
The show must
go on, disse quel tale, ed il gruppo, dopo aver rincuorato il mitico Giuseppe
che con Riccardo aspetteranno i soccorsi, (dalla BMW assicurano che in caso di
intervento radicale o di non messa in
sicurezza del mezzo forniranno una moto sostitutiva per permettergli di
proseguire l’avventura) riprende la strada con la promessa di un ricongiungimento
in riva al mare in terra francese.
La testa rimane
come ovvio alla stazione di servizio di Tortona ma l’avventura continua. Arenzano
ed i 3 centauri ci attendono. La temperatura è abbastanza fresca, ed il cielo è
sempre più terso, l’ideale per inforcare la moto, bruciare benzina e limare
pneumatici.
Il serpentone
di 11 moto macina il litorale ligure “ruttando” allegramente tra una galleria e
l’altra dell’autostrada. Il confine ci attende, Menton e poi Nizza. Lungomare di
Menton, luogo deputato per il primo “rifornimento” umano e attesa di Giuseppe e
Riccardo.
Menton in
parata con il mare placido e tranquillo che ci guarda da sinistra. E’ quasi l’una
ed individuiamo un “baracchino” molto carino proprio in riva al mare.
Parcheggio sparso nei pochi posti disponibili e poi tutti con le gambe sotto al
tavolo. Era previsto il pasto al volo e frugale, ma l’attesa ci “costringe” ad
accomodarci bellamente tra salsedine, baguette, insalatone e quant’altro.
Conviviale che non viene per nuocere, e si prende l’occasione per cominciare il
consolidamento del gruppo e dei nuovi arrivati.
Un orecchio
alle news provenienti dall’Italia che sono più che confortanti. Beppe è stato
portato ad Alessandria in BMW e prontamente messo in grado di ripartire, per
fortuna era solo la batteria, non c’è stato bisogno della sostitutiva, e l’avventura
continua.
La tabella di
marcia subisce una variazione, ma siamo contenti perché anche se in ritardo continueremo
il viaggio a ranghi completi e soprattutto compatti.
Il gruppo si
ricompatta, in riva al mare, ma dal mare bisogna prontamente ripartire, ancora
molti km ci attendono ed il serpentone riparte (13 belve ruggenti) in direzione
Nizza, poi Cannes e poi per l’avvicinamento alla “Mecca del motociclista” (il
Verdon).
Nascono le
prime difficoltà dovute alla numerosa formazione, la percorrenza al di fuori
dai tratti autostradali è complicata, rondò, stop, semafori ci metteranno
irrimediabilmente alla prova. Prova che non si fa attendere e che ci vede irrimediabilmente
divisi in due tronconi imbottigliati nel caotico traffico cittadino di Nizza.
Perdo il contatto con parte del gruppo ma mi rincuoro dal fatto che nell’altro
troncone c’è Sandro, con il navigatore satellitare speculare al mio che può
fare da punto di riferimento. Riusciamo ad uscire dalla melma che ci ha visti
impantanati tra le auto per più di mezzora seguendo un ambulanza che fende come
il burro l’ingorgo ed usciamo da quella bolgia. Sosta nella superstrada che ci
porterà all’autostrada per attendere i ritardatari che non arrivano. Non
riusciamo a metterci in contatto con loro, buon segno… sono in moto e stanno
viaggiando. Diamo per scontato che stanno seguendo Sandro e riprendiamo la
marcia. Arriviamo al casello e magicamente (ma non del tutto) ci ricongiungiamo
al resto della compagnia. Batticuore risolto, tentando di evitare il traffico
avevano preso una strada più interna, ma il risultato è stato alquanto
speculare. Poco male, e via verso il tramonto. Purtroppo la programmazione
della macchina infernale (il mio navigatore) prevedeva il transito e la sosta
pranzo sulla Croisette a Cannes ed avendo deciso la modifica ma soprattutto non
avendola modificata anche nel navigatore mi manda un po’ in tilt. Macino km che
invece di diminuire dal contatore mi aumentano (grazie al “pazzo”… sto coso
vuole portarmi alla fiera del cinema prima che al Verdon :-) )
e decido di fermare la compagnia per riordinare le idee e correggere l’errore.
Siamo
ampiamente in ritardo, dobbiamo prendere possesso dell’albergo ed una volta
corretto l’errore ripartiamo questa volta a buon ritmo verso la meta. Il fondo
dei pantaloni (la chiappa) reclama, gaaaaaaasssssssssssssss e si parte.
I km finalmente
cominciano a segnare la giusta distanza alla meta, manca poco e la prima tappa
sarà conclusa. Dovevamo fare un po’ di montagna, ma gli imprevisti di giornata
ci consigliano di cercare di essere un po’ più spediti e la variante
autostradale ci da una seria mano.
Villecroix,
albergo “Le Colobier”, visto dal sito internet fornito dall’Agenzia di servizi
alla quale ci siamo rivolti, un amore di posto, ristorante a disposizione, solo
8 camere, in pratica l’abbiamo prenotato e ci saremo solo noi.
Ta Ta Ta …….. Taaaaaaaaaaaaaaaaaaannnnnnnnnn!!!!!!!!!!
Per la seconda
volta…. Ebbene si, allo scoccare del km zero, con ormai tutti i partecipanti
che sognano di buttarsi in branda, togliersi il cilicio di pelle o cordura, di
dare aria agli alluci imbrigliati negli stivali ipertecnologici, la grande
sorpresa. Sorprese Nostra sicuramente ma grandissima sorpresa dell’albergatore che si
ritrova 13 disperati rombanti nel parcheggio CHE NON STAVA MINIMAMENTE
ASPETTANDO…. Ta Taaaaaaaaaannnnnnnnnnnn!!!!!!!!!! (e qui Dario Argento ci fa
una pippa).
Con il francese
che “nous parlons tamme gnan fudess” (con il francese che parliamo un po’ tutti
come neanche fosse mai stato parlato) riusciamo a capire che il simpatico
signore non ha mai ricevuto una prenotazione da nessuno e che noi
apparentemente dovremmo cercarci una stalla per passare la notte con tanto di
bue ed asinello.
La solerte
Agenzia ci aveva paccato…. Dopo frenetiche e decise telefonate del Boss
AlfaIntes riusciamo a capire che per un “refuso” …. Il solerte addetto dell’Agenzia
aveva toppato alla grande nel segnalarci l’albergo oggetto di prenotazione… Semplice
no?????
Chiappe,
alluci, e quant’altro devono aspettare. Aspettare altri 40 km perché è proprio
la strada che dobbiamo fare ancora per arrivare a Moustier St-Marie al locale
Hotel Le Colombier. Hotel che non ha una via ma è in una “località” purtroppo
non riportata nell’elenco di quanto programmabile dal mio navigatore.
Pensando al
fatto che Moustier St-Marie non dovesse essere Milano, clicco sul primo
riferimento datomi in opzione pensando fosse come normale una via o il centro
paese. ERRATOOOOOOOO!!!!!!!!! :-) :-) :-)
Riprendiamo il
cammino, io sto bestemmiando all’interno del mio casco, ma credo di intuire che
altri 12 caschi dietro me stiamo vivendo questa situazione di turpiloquio, ma
tant’è… a Moustier ce dobbiamo da arrivà.
Ci avviamo
quindi verso il lago di Sainte Croix, la cui vista, basta per liberarmi la
mente dai pensieri cattivi e mi apre il cuore. Lo costeggiamo per un tratto, è
tardi, ma non possiamo non fermarci e rubare qualche immagine con i nostri
telefonini. Siamo in vista della sera, abbiamo fretta di arrivare e prendere
possesso delle nostre camere e ripartiamo. Il fidato navigatore mi
tranquillizza ed i cartelli stradali pure, siamo nella giusta direzione
ovverosia verso la punta nord, anche se lasciamo il lago e ci spostiamo verso l’interno.
Posti fantastici, traffico zero, solo noi, la natura, un paesaggio da favola “disturbato”
dai nostri motori.
Qualcosa non
va, siamo in mezzo al nulla, tra piantagioni di lavanda senza vedere centro
abitato alcuno all'orizzonte, ma il mio contatore segnala che siamo quasi arrivati. Meno tre
km, meno due, meno uno….. ZERO…. Incrocio verso un casolare che non ha nulla
dell’albergo, ma soprattutto nulla di un borgo montano. La direzione è quella,
non possiamo non fare a meno di procedere per la strada, goderci il paesaggio
ed il sole che implacabilmente si abbassa all’orizzonte.
Mousteri St.
Marie 10 km, ormai ci siamo, mi fischiano un po’ le orecchie :-) i
miei compagni di viaggio mi stanno pensando, quando finalmente vediamo il
grazioso borgo accoccolato in costa alla montagna. SIAMO ARRIVATI. Siamo
arrivati al VERO Hotel Le Colombier. Una bella costruzione, appoggiata in
orizzontale alla montagna. Appena al di fuori dal paese, verso le gole del
Verdon. Pace, quiete, un ampio parcheggio nonché garage per le nostre bambine,
un campo da tennis, cartelli indicanti piscina e Jacuzzi. Cosa voler di più.
UNA DOCCIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!
E una branda :)
Prendiamo
possesso delle nostre camere con la padrona della “melonaia” (dell’Hotel) che
ci ricorda che abbiamo solo 40 minuti per far si che il ristorante prenotato
non chiuda i battenti e ci lasci nella più classica delle “diete (poco)
mediterranee” o meglio a becco asciutto.
Poco importa,
riassetto veloce da motociclisti veri e che hanno “da puzzà” essendo omini veri
:-) e
siamo già pronti per la passeggiata verso una specie di birreria. Siamo
arrivati in tempo, ci concedono la cena degli onesti. Siam li tutti a tavola,
con gli occhietti un po’ spenti e le spalle ricurve dalla fatica giornaliera,
ma pronti a rimettersi in sella se il caso all’istante. Tra una Lyonneise, un
filetto, pizze a spicchi improbabili ma onestamente gustose e commestibili :-) e caraffe di birra,
comincia la caciara.
Cena spartana,
come spartane e rumorose le pazzate che condivano e animavano la conclusione
della serata. Lavoro bandito, 31 – 01 – 02 Giugno tutti motociclisti o meglio….
MOTOCICLARI.
La Cena è
Finita, si “Ritorna in Pace” verso il Colombier, passo ciondolante, lento e
cadenzato, con ancora un sensazione di sella sotto il “cavallo” che ci ricorda
dei km trascorsi dalla mattina alle 09.00 ma FELICI… CONTENTI… e pronti dopo la
“nanna dei giusti” a vivere una grande avventura di li a poche ore.
Ultima
sigaretta ultima barzelletta a mezza voce nel cortile dell’Hotel, si digita il
codice per l’accesso della “sliding door” si ritira la chiave e ci dirige verso
le proprie camere.
Bonne nuit, mes amis Motociclaire :-) :-) :-)
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