giovedì 19 aprile 2012

1° Aprile ma non è uno scherzo - Cereseto 2012


La febbre da tornante ormai ha inoculato i suoi virus nel profondo ed ogni scusa è buona per indossare “scafandro”, casco, guantini ed inserendo la chiave premere il pulsante per dare libero sfogo alla soave “roscia donzella”. Nelle monotone ore d’ufficio capita di ricevere simpatiche mail dove amici buontemponi (e più che altro buongustai) che ti propongono sperimentazioni culinarie in posti fantastici sottoforma di “gita studio domenicale”. Paese sconosciuto, piccola tappa in Google Map e la decisione è presa. E’ il Primo di Aprile e la partenza non può non essere che in direzione Cereseto, colline parmensi proprio in zona Fornovo – Varano de Melegari – Bardi, in odore di Cisa tanto per intendersi, ma in una valle di fianco. Senza colpo ferire, il gentil ospite fotografo/buongustaio mi scarica dicendo “ahhh se non ti fa nulla il ritrovo è la sul posto, ho un servizio in mattinata e la sera devo rientrare per altro percorso”…. Yeeeeessssssss!!!!!! Si usa la Roscia, in gita da soli, io e lei a contare km ed a macinare l’asfalto. Non è un pesce d’Aprile, ed è un ottima mattina di gusto primaverile, sono le 10.00 va di scena il solito rito. Distacco del il casco dall’alimentatore, giacca da moto, guantini, cavi alimentazione dell’iphone ed adattatore, la bimba è giù che mi attende. Primi giri per di pistone e si imposta il navigatore, il via alla musica e si ingrana la prima. Il mio “vicino di casa” (il ponte ferrato sul Po) mi vede per l’ennesima volta transitare eccitato, con calma imbocco Castelvetro, e poi giù per il bivio di S.Pietro in Cerro, pianura, tutto intorno è pura campagna piacentina. La strada che mi porta verso Fiorenzuola si arrotola attorno alle coltivazioni, l’ideale per scaldare le gomme e pulirle ben bene. Soarza e poi Carpaneto, e già l’ombra dei colli piacentini si fa sempre più netta, in un volo sono a Castell'Arquato. Direzione Vernasca passando per Lugagnano e comincia il divertimento . Seguendo la SP 4 e gustandomi lo stupendo paesaggio (non altrettanto il fondo stradale ) scorrono sotto le mie ruote i Km attraverso Poggio Bravi e Bore. L’aria caratteristica dei dintorni della Cisa purifica i polmoni da giorni e giorni in sforamento PM10 (polveri sottili) cittadino, tra una buca e l’altra, tra un dislivello stradale franato ed un’altro si sale su e poi ancora su verso Casali dove la SP 359 punta più impegnativa verso Bardi. Dimenticavo che il mio IphoneTomTom continuava a darmi indicazioni strane per imboccare strade che irrimediabilmente mi avrebbero dovuto portare a tornare indietro .  Il dubbio è stato sciolto al Grande incrocio che mi porta ad uscire da Bardi,  "... ndo cacchio si va per Cereseto? "  e la telefonata al compagno di viaggio diventa un obbligo imprescindibile. " .... prendere direzione Chiavari e ti ritroverai l'indicazione per l'amena località montana”. Semplice no? Ed ecco apparire la freccia che mi apre il cuore ed anche tranquillizza il mio stomaco. Ancora qualche curva circa 9 km ed appare "il santuario" nel quale erano previste le "preghiere" della giornata delle Palme . Qualcuno si domanderà del perché il TomTom mi desse false indicazioni, nulla di grave qualche pirla (io chiaramente) deve aver impostato Ceresara (in chiara provincia di Mantova) anziché Cereseto (provincia di Parma) un particolare da nulla…
Trattoria Solari, vede me e il mio ospite accolti in un ambiente particolare, il locale è proprio sulla via di passaggio che scende da Bardi e punta verso Chiavari ed il Mar Ligure. Meta, come sosta dal transito di non pochi motociclisti. E' probabile sia pure un buon posto da percorsi fuoristrada vista l’alta percentuale di Trial incrociati alquanto infangati. L’interno del locale è completamente in legno, stile vecchia osteria, molto ampio ottimo per “baraccate” con compagnie numerose. Festa Contadina era la denominazione del pranzo del giorno, con invito a presentarsi in costume per ottenere uno sconto sul conto finale. La sala è uno spettacolo, tavoli deliziosametne preparati. La cosa che mi ha colpito da subito è stata la damigiana che campeggiava proprio a fianco del nostro tavolo con tanto di canna a rubinetto già alla giusta pressione di utilizzo. Le portate sono da manuale servite a tavola dalla gentil proprietaria e dalle sue collaboratrici ma per bagnarsi il becco, si alza irrimediabilmente la chiappa e, boccale in ceramica alla mano, il servizio è a “(ab)buffet”. Inutile dire che per chi ha partecipato al menù della Festa contadina ha provato cosa vuol dire il più classico degli Slow Food (il locale ne è affiliato) con il giusto bilanciamento tra movimento di mandibola e “riposo del guerriero”. Nelle pause tra una portata e l’altra un gradevole accompagnamento musicale operato da un ottimo fisarmonicista ed un pimpante (nonostante la carta d’identità) clarinettista. Menù di ottima fattura, nulla è stato comprato in negozio, tutto costruito con maestria da sagge cuochiste. Ottimo e più che abbondante ed anche economicamente interessante ed affatto esoso. L’obbligo va alla sosta rigenerante. Mi stravacco nella veranda a sorseggiare il caffè di cicoria e orzo e l’amaro della casa mentre qualche raggio di sole ed i rumori del quasi nulla mi concigliavan con il mondo.
Un vero peccato riprendere la strada di casa. In effetti sono un po’ provato, il ritorno decido di farlo verso valle dove nella statale statale tirata a biliardo mi rivedo con piacere Varano de Melegari – Fornovo –S.Andrea Bagni. La luce si fa sempre più fioca, ed il bicilindrico della mia “roscia”scoppietta felice e deciso per la campagna parmigiana. Le ossicine pagano pegno, ma il cuore e l’anima (ok ok anche lo stomaco lo ammetto) sono al massimo della felicità. E’ arrivato il cancello di casa, si sfila l’auto e ripongo la compagna d’avventura, nannanotte anche lei ed alla prossima avventura.



 



















sabato 14 aprile 2012

Brianza Desmodromica – 25/03/2012 Giro d’apertura



Ebbene si, nella bigia città della bassa ahimè non esiste un DOC, e la mia smodata “voglia di appartenenza”unita alle ormai già citate conoscenze in zona brianzola mi vede porre la mia candidatura all’affiliazione nel DOC di Brianza Desmodromica. La “lontananza”dalla sede sociale, mi rende un po’ problematica la partecipazione al club e quel che è grave specialmente nella "legge" fondamentale" che ben ne definisce la vita “La gola bagnata, la frizione a seccoJ. La celebrazione del proprio rito religioso/pagano è nelle serate del Giovedì ma spero di recuperare appena appena la stagione lo permette. Un centinaio di km valgon bene una “messa” Jspecialmente se a base di luppolo distillato. Marzo ci ha dato una grossa mano a livello climatico, quale buona occasione per sfruttarla per la “sgasata”inaugurale che riunisca vecchi e nuovi affiliati? DesmoLele e Pcazza (nick di due delle anime del DOC - il santo Presidente ed il ricchissimo Segretario J ) dalle pagine del forum pubblicano l’editto. APPUNTAMENTO PER TUTTI DOMENICA 25 MARZO 2012 VIETATO MANCARE. Come non rispondere alla Garibaldina “OBBEDISCO”. Ritrovo già di buon ora alla nuova Concessionaria DucatiMonza dove gli arrivi si susseguono cadenzati portando allo schieramento allineato e protetto di circa una cinquantina di puledre multicolore e foggia. Per me chiaramente si tratta di levataccia, ho 100 km in più da fare ed evidenziamo ulteriormente che il 25 c’è stato il cambio dell’ora legale J, ma grande è l’emozione, non conosco praticamente nessuno a parte l’Umberto il “padrone di casa” che ci ospita e ci seguirà nella giornata, ma poco conta, la “roscia”si mischia tra le sorelle che ci guardano fiere pronte alla sgambata di stagione. Interessante rivista di modelli quasi totalmente provenienti da Borgo Panigale, solo 2 o 3 gli “imbucati”. Monster, Multistrada 1200, La mia vecchietta 1100 ma la cosa che mi stupisce di più è l’alta percentuale di Hypermotard che non mi sarei mai aspettato in quella proporzione. Molti i modelli fedeli alla fabbrica, ma molte le customizzazioni. Carbonio a piene mani, la Frizione come da buona usanza in vista, guarniture in ergal lucenti e multicolore e tanti tanti scarichi pronti alla “sinfonia”. PCazza ci richiama all’ordine, foto di gruppo è il rito al quale non si può non concedersi e piccolo briefing per delucidare i presenti su come affronteremo il trasferimento di gruppo. Tutti in moto, SI PARTE, Lanzo d’Intelvi ci attende. L’organizzazione è perfetta, le STAFFette indossano i pettorali Gialli e si piazzano in testa ed in coda al serpentone. L’orchestra di quasi 50 elementi spande la propria sinfonia DESMODROMICA per le strade di Monza. I nostri angeli custodi dopo un comprensibile empasse iniziale ci mettono poco a trovare il ritmo necessario a permettere al serpentone di rimanere il più possibile compatto. Emozionante, l’armata multicolore che macina km e asfalto in direzione lago di Como. Piccolo inghippo nel cuore del gruppo ci costringono ad una breve sosta. Poco danno, tutto rientra e senza ritardi riprendiamo il nostro cammino. Arriviamo in Como in un orario nel quale il traffico è già abbastanza vivace ma non tanto da porci particolari difficoltà. Il borbottio di gruppo ed il classico “sferragliamento” del bicilindrico più amato dagli italiani colpisce certamente chi ci vede passare e, chiaramente, il nostro ego da sotto alla visiera ne trova un pieno appagamento. Ci allunghiamo nella stretta e tortuosa provinciale del lungolago, Argegno è la nostra prossima meta. La sensazione dei Desmodromici Brianzoli riuniti nel transito nelle gallerie lariane è difficilmente spiegabile, ma effettivamente da vivere. E’ chiaro che chi ha lo “scarichino accordato” non possa non goderne con il rimbombo stereofonico J. Son soddisfazioni che forse solo un Harleysta può comprendere ed apprezzare. Il sole è alto nel cielo, siamo in anticipo sull’orario della “pappatoria” ma in quello perfetto per riposare un poco le terga sorseggiando il sacrosanto aperitivino. Argegno, proprio appena prima di imboccare il bivio che sale verso la Valle d’Intelvi, il manipolo di moderni cavalieri parcheggia i mezzi in riva al lago. Ordine sparso, ma sufficiente per dare al vacanziero domenicale la sensazione invasione importante. Noi all’aperitivo, ma le nostre bambine cominciano ad essere oggetto dell’attenzione degli astanti. Chiacchiere ed impressioni sulla prima tappa ed i sorrisi si fanno sempre più ampi. Finita la ricreazione, tutti pronti, caschi in testa, guanti ben calzati e rombi che inondano la pace domenicale del borgo lacustre. Si parte, sempre sotto gli occhi ammirati degli astanti e si impegna l’unica salita di giornata. Tratto non lunghissimo, strada unica, non ci si perde di sicuro, libero sfogo e libero“passo” per tutti. Ritrovo a Lanzo d’intelvi al Rondò, dove ci si deve raggruppare per infilare il corretto viottolo che ci porta al ristorante prescelto. La scena di partenza in Ducati Monza si ripete nel parcheggio del locale dove arriviamo e piazziamo in perfetto ordine la mandria. Ammasso di caschi e giacche a vento e ci si sparge tutti tra la veranda ed il prato antistante a goderci i caldi raggi del sole ed a sparare le immancabili cacchiate. Al cenno dell’Oste, ci infiliamo nella sala da pranzo pronti all’abboffo. Il locale è carino, chiaramente lo invadiamo, e riempiamo per 2/3. Il menù è di quelli tosti anche se ovviamente non eccessivamente pesante, il viaggio di ritorno anche se breve è sempre insidioso. Il Rondanino, apre le danze con bruschette, salame ed anelli di cipolla in pastella per poi proseguire impunemente J con pizzoccheri Valtellinesi e le penne della casa lievemente piccanti. Piccola pausa nel quale proseguire la conoscenza con i nuovi compagni di viaggio ed ecco che appare in tavola la tornata del secondo. Entra in fuorigioco un arrosto di coppa al forno affiancato da patate alle erbe fini e verdure brasate. Chiaro lo spirito goliardico dove gli immancabili “veci” puntano al giovane di turno. In questo caso, la destinataria degli scherni è stata una coppia con il povero Teomotor a soccombere sotto il fuoco incrociato dei burloni bas…tardelli e della morosa che sorriso a denti stretti ne chiedeva ben conto…. J. Grasse risate comunque ed a stemperare la situazione una corroborante coppa gelato tempestata di mirtilli caldi. Il clima in sala complice il camino rovente che è stato più volte attizzato consiglia alla compagnia il trasferimento di massa in terrazza per il caffè e l’ammazza caffè. La giornata va irrimediabilmente a terminare, ma la soddisfazione è tanta. Si è conosciuto tanta gente nuova, che sicuramente rivedrò nelle prossime sgambate, si è respirata aria buona e lo si è fatto per mezzo ed in onore delle nostre “bambine”.Che si vuole di più dalla vita? Un grappino…. Il Lucano non lo sopporto J.