Tappe fondamentali di
avvicinamento al “grande passo” nel mondo dei Bikers sono stati immancabilmente
e necessariamente ancora gli scooter. Una moto sotto le chiappe non volevo
proprio vederla. Fu così che navigando nell’immenso mondo virtuale ha
ricominciato a balenarmi la vecchia voglia di “libertà”. Concessionari, Ebay,
Moto.it, ma anche gli annunci sui vari “cerco trovo” locali alimentavano sempre
di più il tarlo nel mio cervello. Nuovo neanche a parlarne, urca quanto
costano, e poi cosa mi compro, sicuramente non meno di un 200 cc, va bene la
smania della curva ma la possibilità dell’autostrada non me la posso precludere
a priori. Ok è ora di passare dalle seghe mentali ai fatti. Giretto al
concessionario Piaggio per un X9 segnalato da un collega di lavoro… che Dio
mene scampi e liberi, era quasi messo peggio di me, faceva una fatica a mettersi
in moto, ed il concessionario stesso non l’ha detto apertamente ma non mi
avrebbe fornito una benché minima “garanzia”, l’onest’uomo J. Devo andare da un
cliente, e passo per una zona della città che raramente frequento… tohhh???? Ma
guarda un po’, un concessionario moto e per giunta di una nota casa Jap, lascio
due righe di frenata sull’asfalto, mollo l’auto a bordo strada ed entro. Gnocca
d’ordinanza J
che mi dirotta verso il venditore padre. Tutta roba nuova, poco usato, ma io
era quello che volevo, dovevo vedere se il “capriccio di mezza età” poteva
diventare una realtà effettiva e per questo esperimento non ero certamente
disposto a svenarmi. Sto per mollare la presa con questo signore che mi
snocciola tassi su finanziamenti mirabolanti quando addocchio qualcosa di
grigio. Lo indico, che cilindrata è, quanti km ha, di che anno è, per evitare
una solenne inchiappettata me lo fa almeno un minimo di garanzia sul “visto,
piaciuto, comprato” ma soprattutto, soldi in bocca a quanto me lo lascia? Il brav’uomo
mi accontenta in tutto, OK FIRMO. Ritorno in pista!!!! Questo Malaguti Madison
200 ormai è mio. Si Ok maaaaa…. E il casco? Le omologazioni dei miei 2 vecchi
cimeli sono ormai scadute, e guarda un po’, la mia “scodella” utilizzata per il
Ciao sta per andare irrimediabilmente fuori legge. Come ormai succede per tutto
ciò che riguarda l’abbigliamento, non è che possa tanto andare per il sottile,
prima trovo quel che mi calza e poi verifico se c’è qualcosa di comprabile.
Santa Nolan, Santa Subito, c’è un carinissimo Jet che mi calza a pennello…
Mettiamo in conto pure quello. Si ok ora sono operativo mahhhh…. E se decido di
fare il viaggetto come la mettiamo con la capacità di carico? Ok, ok la faccio
breve, nel conto ci è entrato pure un Maxia da 52 lt. Credo che si possa dire
che credo di aver comprato accessori e mi hanno dato “a sura” (cit dialettale
per dire “con”) il mio nuovo scooter. Siamo o non siamo dementi gravissimi? E
io lo fubbi… J.
Il bimbetto non è male, certo non è un fulmine di guerra, ma il suo lavoro lo
fa eccome. La città se la mangia, le gite nelle campagne sono un piacere non
comune manca la prova del 9. Come se la caverà questa gioiosa macchina da
guerra su qualche tornante? Come resistere al dubbio, il clima è ottimo, c’è
una mansardina a mia disposizione in quel della Versilia, SI PARTE per la prova
CISA. Carico tutto per un weekend di salsedine a pieni polmoni e parto per la
grande avventura. Uno scherzo da nulla arrivare in zona Fornovo ed il bello
doveva chiaramente ancora cominciare J.
Arrivo da S.Andrea Bagni dopo una piccola sosta per saluti ad amici e mi avvio
verso il bivio che porta all’Autostrada. La tentazione è grande di scendere ed
approcciarmi al primo viaggio scegliendo la strada “più migliore e sicura” J ma in fondo in fondo
la mia indole da “tester” mi consiglia il mantenimento dell’idea originale. Si
gira quindi a sinistra, si fa ciao ciao al casello e si prosegue dritto in
direzione Cisa. Cuore che alza le palpitazioni cosi come man mano che lascio il
centro del paese la strada comincia a farsi “inclinata”. Spero di non trovare
traffico che mi costringa a mollare il gas tanto spesso, ma chissà che me
credevo, su quella strada non c’è il traffico dell’ora di punta cittadina.
Spettacolo, le rampe si susseguono e il mezzo ce la fa a portarmi su su fino in
cima con i miei 100 e passa kilozzi e l’armamentario per il week marino. Solo,
padrone della strada, man mano che i km avanzano mi faccio sempre più
tranquillo, CE LA FARO’ A FARCELA J.
Sono in pace con il mondo, nel mio Nolan fiammante l’ipod mi bombarda la testa con
stimolante musica Tecno, il panorama è fantastico. Non imbrocco una traiettoria
che è una tale per cui il motore non si sieda più di tanto nei tornanti più
complicati ma che ce frega la meta è alla portata. Mi cade l’occhio sugli
specchietti ed inquadro 4 puntini in avvicinamento. Bene, dei compagni di
viaggio in quella che si stava sempre più delineando come una impresa in
perfetta solitudine. Eccoli arrivati, mi si mettono in scia, 4 ragazzetti con
vespette, originariamente 50cc e sicuramente e vistosamente elaborate. Ci
mettono poco a capire che potrei essere un intralcio al loro divertimento e che
ero visibilmente al massimo delle mie possibilità J. Sentendomi un po’ il
Valentino Rossi in veste Ducati, in un tratto di rettilineo mi spariscono dalla
visuale del retrovisore ed in un nanosecondo i “4 nani malefici” mi
sverniciano. Resisto fino al tornante successivo, e succhio loro la scia
profumata di olio di ricino. Ginocchietto fuori e se lo bevono …. LORO…. Io costretto
ad arrotondare per mantenere i giri a livello accettabile mi stacco irrimediabilmente,
perdo quei 10 metri e definitivamente il treno della vittoria finale. Poco
male, mi sto divertendo ugualmente un mondo, il mezzo è comodo, e la vetta è a
portata di mano. Pochi motociclisti incrociati e praticamente nulli nella mia
direzione, mi crolla il mito della Cisa infestata da teppisti multicolori.
Arrivo al cartello!!!!! Eccola è La Cisa, uno dei “miti” delle 2 ruote
riconosciuti. Al di fuori dei bar qualche mostro dai cavalli infiniti, Honda, Yamaha,
anche un paio di Harley. Per pudore mi accosto per la sosta riposa chiappa un po’
più avanti. Scendo e aziono il cavalletto del mio mostro argentato. Me lo
guardo fiero, me lo accarezzo, ci siamo, è amore vero. “Non preoccuparti” da
qui al mare è tutta discesa, te la sei meritata, ma io e te ne faremo di strada
caro mio.
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