domenica 8 aprile 2012

Chiavi e Brugole - Siamo tutti Bricoleur


Una comoda mobilità cittadina richiede, ad un sano di mente (nel mio caso un malsano demente), di dotarsi dei mezzi appropriati. Essere forniti di nipoti e di tanta, tanta ma tanta voglia di bricolage a volte non è cosi male. Fu così che la sorellona mi incaricò di “svuotarle” la cantina di casa. Brontolando e non poco, ma spinto da genitori pressanti mi recai in loco per un sopralluogo. Bella storiaaaaa!!!! Nascosti da cartoni e ciarpame vario, spuntarono una vecchia vespa ET3 ed un Ciao. Condizioni pietose ma il Ciao bianco mi ha fatto subito tornare indietro di qualche annetto. Amore a prima vista. L’ET3 non mi interessava poi tanto ma tra i due era quello messo meglio. Ci ho messo poco a “girarlo” ad un amico, ma il ciclomotore DOVEVA ESSERE MIO. La sfida è lanciata, c’è un inverno da meccanici da passare. Ruggine che affiora ad ogni sfregio inferto al telaio, fanale cotto dal sole, cerchi a raggi, specialmente quello posteriore, storto da far paura e, dulcis in fundo, motore regolarmente grippato. Ci facciamo spaventare per cosi poco? Naaaaaaaahhhhh!!!!!! La parte più semplice, quasi un gioco da ragazzi è sbriciolare pezzo per pezzo quel po po’ di tecnologia italica. Da bravo e coscienzioso meccanico ho posto viti, brugole e bulloni in bell’ordine nelle loro scatolette, segnato i vari pezzi e cavi per ricordarsi come andassero montati. Restava il lavoro complicato, e mò che famo? Semplice si svernicia il tutto. Ruggine e residui di vernice devono sparire,  metallo grezzo devo vedere. Tento la sabbiatura con una lancia recuperata da un amico, operazione da non consigliarsi nel garage di casa. Abbandono l’idea, si torna alla vecchia, spazzola ferrata, carta vetro e tanto tanto tanto olio di gomito. Ce n’è voluta, ma il risultato è stato molto incoraggiante. Mi ci si vede intento a ripristinare nuova luce sulle lamiere (riverniciare il tutto)? Ecco, non ve lo immaginate e fate bene. Imballati gli scatolati hanno preso con gran velocità la strada per il forno dell’immancabile amico carrozziere che preso da compassione e dovendo riverniciare una WV Golf me lo riconsegna bello e finito di un bel colore verde bottiglia J (quello delle Golf tipo due tanto per intendersi). Uno dei ragazzi che mi seguivano nelle assistenze rallystiche mi omaggia di una coppia (completa dei freni) di cerchi in lega del suo vecchio Bravo pronto per essere riconsegnato in cambio di uno dei primi incentivi di rottamazione del tempo. Restava lo scoglio maggiore dovuto al motore grippato. Come se la cava un perfetto ignorante in campo meccanico? Cerca ispirazione e conforto, off course…. Trovato abbastanza facilmente il santo di turno, e ad una ispezione approfondita scopriamo che poi il danno non è cosi grave. Come già detto in post non sospetti (quelli precedenti) non ho mai minimamente pensato alla elaborazione di un mio mezzo, ma i galloni della seconda parte del mio nick (P@NZ) me li stavo già guadagnando ed alla riflessione “ma se rifaccio il motore di serie che dovrebbe fare i 50 con me in cima ne farebbe 30 sarebbe quindi giustificata e non punibile una bella preparazione che mi faccia gli 80 zavorrati a 50 J” decidiamo di optare per la “preparazione dei postini” (cosi la chiamava il mio mentore per inquadrarne una di medio valore ma di affidabilità più accentuata) una Polini se non sbaglio completa dello scarico adatto, uguale uguale a quella originale ma con un graziosissimo rumore metallico che rendeva lo scoppiettio del monocilindo una sinfonia. Veder rimontare il tutto mi faceva compiacere delle mie grandi abilità meccaniche J ed il reinserirlo nel telaio tornato a nuova vita mi riempiva il cuore. Da li è stato tutto in discesa, lucidate ben bene le cromature, sostituito il cavalletto, cavi e guaine di freni ed acceleratore ed era già primavera. Il mio nuovo mezzo di locomozione, bello, sudato, ma soprattutto tornato a nuova vita e quindi perfettamente funzionante. Secondo voi che cosa ho risposto alla sorellona una volta che vista la rinascita me l’ha chiesto indietro? A parte il vaffa… che tra fratelli è come un normale buon giorno… ma credo di essere stato un perfetto lord inglese, senza tradire la minima smorfia in viso, ho preso carta e penna e le ho presentato il conto finale evidenziando che trattavasi dei soli costi vivi per i pezzi e che la mano d’opera mia e dei miei angeli custodi gliela avrei considerata un regalo fraterno. Inutile dire che il mezzo è stato con me per anni e anni ancora J.

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