Corrono i mesi, passa il 1984 e
pure metà del 1985 che sancisce il rientro definitivo alla vita civile.
Lasciata la Riviera Ligure si torna nella natia terra padana. Passa poco tempo
ed il posto nella maggiore realtà industriale cittadina si affaccia con una
bella “botta di culo”. Si comincia a fare sul serio. Nel campo motociclaro si avvicina
sempre più pressante lo spettro legislativo che andrà ad imporre l’OBBLIGATORIETA’
dell’uso del CASCO. 1986 (se non vado in errore) e tutti ad indossare il tanto
odiato e coriaceo “preservativo”. Perdo l’amore per le 2 ruote a favore di un
altro dei miei grandi sogni giovanili quello delle corse automobilistiche e più
precisamente per i Rallies. Rilevo in società con un amico, un’Alfa GTV 2000 Gr
A e mi cimento in 2 o tre gare, un paio di rallies di 2^ Serie e la Salita
Malegno Borno. Divertimento a mille, adrenalina pure, velleità un po’ inferiori
diciamo di molto inferiori J.
Come sempre accade in questi casi, il bazzicare l’ambiente crea occasioni,
tutto sta a saperle cogliere. Manca un navigatore e mi viene proposta una
sostituzione per una gara tra le Colline Moreniche Mantovane. Licenza fatta,
conoscevo il pilota mio amico di infanzia e ci imbarchiamo nella nuova
avventura. A112 Abarth Rossa che già aveva fatto il giro del mondo, addirittura
parrebbe aver partecipato ad uno dei primi trofei nazionali organizzati da Fiat
e dai quali uscirono mostri sacri quali Attilio Bettega & Co. Gasamento a
mille, e qualche problema con l’angusto abitacolo che con il buon Luca
riempivamo alla grande ed anche in modo abbondante. Fantastica giornata, ottimo
affiatamento e vittoria di classe finale dopo un testa a testa sul filo dei
secondi davanti ad un altro equipaggio di nostri concittadini che a distanza di
anni ed ancora ai nostri giorni pare abbiano ancora da recriminare e non poco.
Poco importa, coppa in bacheca ed ego caricato a mille. E’ l’inizio di un poker
di stagioni che ci ha visto partecipare con ottimi risultati al trofeo Opel con
una Corsa 1600 totalmente auto preparata. Trofeo che metteva in palio “la grana”
ma solo per i primi 3 arrivati. Un MUST era arrivare costantemente a podio per rientrare
dei costi e l’obbiettivo è stato pienamente centrato. L’ingresso in una
scuderia professionale, anche se il nostro programma era sempre e comunque da
noi autogestito, ci ha o meglio MI ha dato delle buone possibilità di poter
anche entrare nel mondo del professionismo (di piloti ce n’erano tanti, di
navigatori un po’ meno J
specialmente se in effetti il loro lavoro lo sapevano fare anche bene). Sagra delle
occasioni perse, ma la mia testa era altrove. Altre erano le priorità. L’età
avanza ed il gusto della competizione scema a poco a poco. Scaricata la “bluona”
ad un amico di un vicino di casa che la stende qualche mese più tardi ad un
incrocio del centro di Genova (corsi e ricorsi storici… ) è passata pure la
voglia di cimentarmi con una nuova compagna di viaggi, preferendo sempre di più
le comode e più affidabili 4 ruote.
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